Il lanciatore passato dai Giants ai Dodgers rientra dopo oltre un anno: la sua faccia romai è un’icona
Niente da fare. Nemmeno l’offerta da un milione di dollari ha convinto l’eccentrico lanciatore Brian Wilson dei Los Angeles Dodgers a farsi la barba. Ormai divenuto un’icona a dispetto di una lunghissima assenza, lasciati nel frattempo i San Francisco Giants, per i quali aveva occupato un ruolo chiave da closer nelle trionfali World Series del 2010, Wilson, la cui ultima presenza in Major League Baseball risaliva al 12 aprile del 2012, ha fatto il suo ritorno in campo per gli ultimi lanci del nono inning, con la sua squadra avanti 6-0 sui Miami Marlins.
Con i Dodgers, Wilson ha firmato un contratto da un anno da un milione di dollari. E il trentunenne ha dimostrato di non avere dimenticato come si fa, eliminando al piatto due avversari e concedendo una sola valida. Dopo gli strikeout su Giancarlo Stanton e Logan Morrison, si è fatto infilare da una doppia di Greg Dobbs, ma l’eliminazione di Justin Ruggiano ha chiuso il match. E Wilson lo ha chiuso alla sua maniera, con un gesto ormai notissimo ai tifosi della MLB: braccia incrociate e dita puntate a indicare match finito. “Non ho provato nulla di strano. E’ stata una lunga attesa, un lungo processo, ma sono felice di essere tornato. Questo – ha poi raccontato - mi fa amare il baseball ancora di più. Mi sono sentito come se non fossi mai stato assente“. In tutto ha lanciato 19 volte, per 11 strike e una velocità massima di 94 miglia all’ora.
Tutto bene, quindi. ma la storia della barba? A quanto pare, c’é in ballo un milione di dollari per convicerlo a prendere parte ad un apposito evento. “Non me ne frega niente dei soldi, nessuno mi taglierà la barba“, la risposta che Wilson ha fatto recapitare. Facendo aggiungere, tramite il suo agente, l’ancora più chiaro messaggio: “La barba verrà con me nella tomba“. Intanto, comunque, bentornato.